4.3.07

 

Viva l'8 marzo!


di lotta femminile, proletaria e rivoluzionaria!


I precedenti

Nel marzo 1857, a New York, centinaia di operaie tessili avevano scioperato per protestare contro i bassi salari, contro il lungo orario di lavoro, contro il lavoro minorile e le inumane condizioni di lavoro. Le stesse fonti parlano anche di una forte repressione da parte della polizia e fanno risalire al 1859 la costituzione di un sindacato delle operaie tessili.

Nel 1889, iI primo Congresso della Seconda Internazionale Socialista a Parigi approvò il principio del diritto alle donne ad avere una retribuzione pari a quella degli uomini.

Le proteste dei lavoratori americani per la giornata lavorativa a 8 ore, che segnarono il primo decennio del XX secolo, ebbero come protagoniste anche le donne. In questo quadro si colloca uno sciopero del 1908, quando le lavoratrici delle sartorie sfilarono a New York anche per il diritto al voto e contro il lavoro minorile. Le lotte proseguirono fino al 1909, quando venne celebrata negli Stati Uniti la prima Giornata nazionale delle Donne, fissata per il 28 febbraio. Quella Giornata fu ricordata fino al 1913 nell’ultima domenica di febbraio, affinché non si sovrapponesse ad una giornata feriale che avrebbe causato la perdita dell’orario di lavoro.

Sempre nel 1909, le operaie tessili della fabbrica nuovaiorchese “Triangle Shirtwaist Company”, che produceva le camicette alla moda di quel tempo, le “shirtwaist” appunto, cominciarono uno sciopero, pare scegliendo l’8 marzo come data di avvio della protesta. La lotta, dopo diversi azioni brutali e repressive da parte della polizia e dopo una lunga trattativa, terminò il 24 dicembre 1910 con il “Protocollo di Pace”, nel quale venne riconosciuto il diritto a regole per l’orario ed il salario.

Il 19 marzo 1911 si tenne la prima celebrazione della Giornata Internazionale della Donna in Europa. Quel giorno non era stato scelto a caso: il Segretariato internazionale delle donne socialiste su iniziativa delle delegate tedesche (Clara Zetkin in testa), il 29 agosto del 1910 a Copenaghen, in occasione della Seconda Conferenza delle donne dell’Internazionale Socialista, l’aveva indicato per ricordare che in quella data, durante l’insurrezione del 1848, un re - Guglielmo I di Prussia - aveva dovuto per la prima volta nella storia scendere a patti con un popolo in rivolta e fare la promessa (poi rimangiata) di estendere il voto alle donne. In quella occasione si propose anche il diritto universale al voto, differente dal voto per censo chiesto dal movimento britannico delle suffragette, e il riconoscimento dell’indennità di gestazione anche alle donne non sposate. Il 19 marzo 1911, un milione di donne marciò per le strade di Svizzera, Austria, Danimarca e Germania, chiedendo il diritto al voto, la fine della discriminazione sessuale per le cariche pubbliche ed il diritto alla formazione professionale. Il movimento divenne universale, e nel 1913 le donne americane decisero di far coincidere la loro festa nazionale con quella individuata dall’Internazionale Socialista.

Alla fine del mese di marzo dello stesso anno, a New York, più di 100 operaie(1) della fabbrica tessile “Triangle Shirtwaist Company” (di cui molte italiane), rimangono uccise in un incendio. I proprietari della fabbrica, che al momento dell’incendio si trovavano al decimo piano e che tenevano chiuse a chiave le operaie per paura che rubassero o facessero troppe pause, si misero in salvo e lasciarono morire le donne. Il processo che seguì li assolse e l’assicurazione pagò loro 445 dollari per ogni operaia morta: il risarcimento alle famiglie fu di 75 dollari. Quell’incendio segna una data importante, anche se non è da esso, come erroneamente riportato da alcune fonti, che trae origine la Giornata della donna. Migliaia di persone presero parte ai funerali delle operaie uccise dal fuoco. Fu quel fatto tragico comunque che portò alla riforma della legislazione del lavoro negli Stati Uniti e che rafforzò nel tempo la Giornata della Donna istituita l’anno prima. (Narra la leggenda che sulla tomba delle operaie morte fossero fiorite poco dopo la loro sepoltura delle mimose).

L’8 marzo, giornata di lotta femminile

La vera e propria ricorrenza dell’8 marzo nasce ufficialmente per ricordare la prima manifestazione delle operaie di Vyborg (Pietrogrado) dell’8 marzo 1917 (2) che diede l’avvio alla rivoluzione di febbraio: nel giugno del 1921 la Seconda Conferenza Internazionale delle donne comuniste, che si tenne a Mosca nell’ambito della Terza Internazionale, adottò formalmente quella data come “Giornata Internazionale dell’Operaia”. Questa data diventerà simbolica per il movimento di lotta delle donne di tutto il mondo.

Fonti:
- Tilde Capomazza e Marisa Ombra: "8 marzo. Storie, miti, riti della giornata internazionale della donna". Ed. Utopia, Roma, 1991.
- Mirco Volpedo, "8 marzo". Erga Edizioni, Genova, 2006.
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(1) A seconda delle fonti 129 o 146.
(2) L’8 marzo (23 febbraio) 1917. Le operaie tessili di Vyborg entrano spontaneamente in sciopero e chiedono agli operai metallurgici il loro appoggio: in breve si arriva a 90.000 scioperanti, che danno vita a manifestazioni, comizi e scontri con la polizia. Le proteste e le manifestazioni dilagano nel paese.
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- V. Manifestazione in Iran per l'8 marzo

- V. 8 marzo: il mito delle origini

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"La donna libera dall’uomo, tutti e due liberi dal Capitale"

(Camilla Ravera - L’Ordine Nuovo, 1921)

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